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Francofonte - buccheri - vizzini
raccontati attraverso documenti e immagini
UNA LETTERA INEDITA DEL DOTTOR ANTONINO ZINGALI
Sindaco di Francofonte dal 1838 al 1842
Per quanto riguarda il nostro territorio abbiamo una dettagliata descrizione dei fatti nel volume di Angelo Marcellino “Don Liborio e l'età che fu sua”. L'autore dedica tre capitoli “XXII - XXIII - XXIV” sui fatti avvenuti a Francofonte durante l'epidemia del colera del 1854 - 1855 e alla successiva carestia.
In questo breve fascicolo si espone una lettera inedita del Dottor Antonino Zingali, sindaco do Francofonte dal 1838 al 1842, distintosi per l'azione condotta a favorire lo scioglimento dei diritti promiscui sugli ex feudi del principe di Palagonia ( Matteo Gaudioso sicilia feudale Nicolò Giannotta 1969).
La lettera è datata 1° gennaio 1856 ed è indirizzata al Capitano Don Gaetano Majorana Cocuzzella di Militello in val di Catania.
Come tanti altri suoi compaesani anche Antonino Zingali si sposta dal centro urbano per rifugiarsi in campagna nella sua proprietà di Pizziferri, località a pochi chilometri da Francofonte oggi interamente ricoperta da aranceti, e da qui scrive la sua lettera
La lettera comincia:
Eccellenza
Da questo luogo di mio pacifico ritiro, ove ho preser-
vato fin ora la vita dal terribile flagello, che strugge
l'umanità, …
l'epidemia è chiaramente descritta come terribile flagello a testimonianza che aveva scosso gli animi, come anche descritto nel “Don Liborio” e continua con l'augurio per il nuovo anno:
…memore sempre dei doveri che mi legano
verso la di lei amabile persona, e della di lei degnissima
famiglia, vengo ad augurarle felicissimo il nuovo anno
e spero come il mio cuore desidera, che Iddio gliene accor-
derà ben altri, e molteplici colmi di prosperità e
di bene.”
in questo passo della lettera sono racchiuse speranze e timori, speranza che il flagello abbia termine e timori per il sopraggiungere di un altro male, la carestia che afflisse il nostro territorio e non solo.
Di quest'ultima, la carestia, ed il conseguente disagio economico si trova viva traccia in questo paragrafo:
… Io la ringrazio del favore partecipatomi della incantina
in Rizzolo, che mi tolse di ogni sollecitudine, e spero quanto
prima venire a restituirle le onze quaranta che con tanta
benignità mi accomodava, se poi vuole che li passi a
mani dell'abate Lentini in faccia del quale fù il mutuo sti-
pulato , come sarebbe regolare e io spero tanto adempiere.
I cordoni sanitari istituiti a protezione dei centri urbani, il timore del popolo determinarono una drastica riduzione della produzione agricola. Anche nel caso di Antonio Zingali usufruire della cantina di Rizzolo, un importante centro agricolo non distante da Pizziferri, era un grande dono.
Secondo la descrizione di Angelo Marcellino a Francofonte mezzo litro di vino descritto come “aceto-acetobis” era diventato un bene di lusso. L'aumento dei prezzi dei beni alimentari provocò l'indebitamento della popolazione non lasciando immune il ceto borghese come nel nostro caso, Zingali si fece aprire un mutuo dal Majorana per quaranta onze.
La mancanza d'igiene e la scarsezza di controlli furono elementi determinanti della diffusione del colera.
Ai nostri giorni un'altra epidemia si presenta alle nostre porte, il nome è diverso ma la pericolosità è altrettanto alta.
© Fabio Giomblanco


